Amatrice, le difficili storie delle imprese ospitate a Cucinare

PORDENONE – «I pordenonesi? Generosi, sensibili e attenti, una bella esperienza da ogni punto di vista»: Angelo Tuccini di F.lli Petrucci – Caseificio Storico di Amatrice, commenta così la quattro giorni a Cucinare delle 14 imprese proveniente dal reatino e dal perugino resa possibile da ConCentro, l’azienda speciale della Camera di Commercio e dall’intervento del Consorzio Pordenone Turismo.

«Siamo a cinquanta metri dal centro storico di Amatrice, fortunatamente alcuni interventi strutturali nel 2016 l’hanno preservata ma la neve e il terremoto di gennaio hanno fatto crollare le stalle e perdere buona parte del bestiame. Iniziative come questa sono d’aiuto e sprone».

A Cucinare c’è chi ha presentato il proprio progetto alternativo per reinventarsi e ripartire: l’ex-ristorante Da Patrizia, sempre di Amatrice, è stato polverizzato dal sisma del 24 agosto. La chef Patrizia Pica e il suo team hanno ideato un kit per amatriciana con tutti gli ingredienti per realizzarla alla perfezione.

«Mettere insieme i prodotti tipici è una nostra idea che valorizza anche i produttori locali coinvolti» dice Valerio Calandrella, «il prodotto è piaciuto e continueremo a promuoverlo, con la speranza di poter riaprire presto la nostra attività». La chef è stata inoltre protagonista del successo dell’iniziativa solidale di Fipe / Consorzio Pordenone Turismo con degustazioni di amatriciana lungo l’intera durata della rassegna con raccolta di fondi a favore delle aree colpite.

Il fronte perugino ha messo in mostra il sistema agroalimentare della Valnerina: tra i protagonisti la lenticchia IGP di Castelluccio, dalle grandi proprietà nutritive. Gianluca Panunzi e Gabriele Boccolini, della Cooperativa della Lenticchia di Castelluccio hanno spiegato che «il sisma ha reso inagibili molte strutture e rotto macchinari, ad esempio per l’imbustamento, che ora viene eseguito a mano. I campi sono isolati, speriamo nella riapertura delle strade prima della primavera, così da salvare il raccolto 2017. In caso contrario il danno ricadrebbe anche sulla qualità dei campi per i raccolti a venire».

Parole difficili. Come quelle di Domenico Angelini dell’azienda agricola Dolci Giuseppina di Monteleone di Spoleto secondo il quale «per aziende come la nostra, che si basava su una clientela locale, il danno commerciale è stato ingente perché il sisma l’ha cancellata. Ecco allora che, pur non potendo fare progetti imprenditoriali a lungo termine, la partecipazione a iniziative come questa diventa fondamentale, per far conoscere i nostri prodotti. I pordenonesi conoscevano il farro DOP di Monteleone, ma ha scoperto e apprezzato anche cicerchia e roveja, pisello selvatico presidio Slow Food».

Dalla Fattoria di Opagna di Cascia si sono detti «entusiasti del livello della manifestazione, apprezzato tanto l’opportunità offerta da questa iniziativa solidale che ci ha permesso di essere conosciuti da un pubblico attento che ha altamente apprezzato prodotti ricercati come i nostri formaggi allo zafferano e alla cipolla. La nostra azienda familiare ha subito dei blocchi lavorativi a causa delle scosse e del maltempo, oltre che danni strutturali parziali. Ci siamo rimessi subito in moto con nostro intervento autonomo grazie alla politica aziendale oculata degli anni passati, ma anche la solidarietà e le sinergie con imprenditori di altre aree sono fondamentali».




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