Anziano trovato morto: fermato il fratello per omicidio

PORDENONE – Lo hanno lavorato ai fianchi per quasi 20 ore, lasciandolo al buio e senza elettricità, quindi al freddo. Quando hanno capito che la sua resistenza era allo stremo, sono entrati in azione e l’hanno bloccato senza procurargli un solo graffio.

Lui era a letto, addormentato. E’ finita così la vicenda di Corrado Rosset, l’ anziano di 73 anni accusato dell’omicidio del fratello, Calisto, di 80 anni, ucciso a colpi d’arma da taglio lunedì pomeriggio nella sua abitazione di Tiezzo di Azzano Decimo.

Il presunto omicida quando ieri ha visto arrivare i Carabinieri li ha minacciati con un forcone e poi si era barricato in casa, fino, appunto, al blitz di questa mattina. In serata Rosset, dopo dieci ore di interrogatorio, è stato posto in stato di fermo con l’accusa di omicidio del fratello. Per le particolari condizioni psico-fisiche, l’anziano è stato posto ai domiciliari; ma visto che la sua abitazione è sotto sequestro è è ospite di una struttura sanitaria.

Durante il barricamento, inutile è stata l’operazione di convincimento perché si arrendesse, condotta da un negoziatore specializzato, con l’ausilio del parroco del paese. Nulla da fare. Corrado Rosset non ha mai risposto alle decine di appelli fatti con un megafono e alle telefonate sull’apparecchio di casa. Con questo pressing incessante è trascorsa la notte, con i militari dell’Arma che hanno costantemente seguito, con dispositivi di ultima generazione, i possibili spostamenti dell’uomo nella sua casa.

Attorno alle 10 di questa mattina, quando da minuti non si percepiva più alcun movimento, è stata decisa l’irruzione. Decine di carabinieri, con l’ausilio di un elicottero e una ambulanza pronta, hanno abbattuto il portone d’ingresso e quello del garage, penetrando in casa da più fronti. Il blitz è durato pochi istanti: l’anziano si era assopito sul letto della propria camera, con il forcone appoggiato poco distante. In casa non sono state trovate armi da fuoco, ma solo coltelli e utensili da cucina.

Non, però, quello che sarebbe stato utilizzato per il delitto: fino ad ora, i rilievi della Scientifica non hanno permesso di rinvenire un’arma compatibile con le profonde ferite al collo di Calisto Rosset. Per questo motivo, le ricerche sono state estese alla strada – circa un chilometro – che separa le abitazioni dei due fratelli. I detective dell’Arma, inoltre, continuano a verificare anche ogni pista alternativa al fratricidio, sebbene non ci siano elementi che suffraghino altri moventi e responsabili.

Gli investigatori sono persuasi di essere di fronte alla soluzione del caso, sebbene l’accusato non abbia proferito alcuna risposta sensata: da quanto è filtrato, nelle prime otto ore di interrogatorio, non solo non ha ammesso alcun addebito, ma avrebbe farneticato. Proprio le condizioni psicologiche molto precarie suggeriscono agli inquirenti grande prudenza.

Lorenzo Padovan (Ansa)




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