Addio al grande poeta friulano Pierluigi Cappello

UDINE – Si è spento all’alba di oggi, 1° ottobre, nella sua casa di Cassacco (Udine), il pluripremiato poeta friulano Pierluigi Cappello. Aveva 50 anni e soffriva da tempo di una grave malattia.

Nato a Gemona del Friuli (Udine) e cittadino onorario di Udine e Tarcento (Udine), Cappello ha vinto il premio “Montale” nel 2004 con “Dittico”, il “Viareggio-Rèpaci” nel 2010, il “Vittorio De Sica” nel 2012 (ricevuto da Giorgio Napolitano al Quirinale) e il “Maria Teresa Messori Roncaglia ed Eugenio Mari” per l’opera poetica, conferitogli nel 2013 l’Accademia dei Lincei.

Nel 2014 a Udine, gli è stato consegnato il premio letterario internazionale Terzani ex aequo con Mohsin Hamid. Nel settembre 2013, ha ricevuto dall’Università di Udine la laurea honoris causa in Scienze della formazione.

Tra le sue opere più recenti, “Questa libertà”, sua prima e attesa prova narrativa, inserita nella storica collana “La Scala”, e “Azzurro elementare”, l’opera omnia poetica, entrambe sotto il segno della Bur.

Per tributargli gli onori di voce poetica del Friuli, di suo straordinario rappresentante culturale, la Camera di Commercio di Udine gli conferì la Targa d’Oro alle Premiazioni del Lavoro e del Progresso economico del 2014.

E ora, tramite il presidente Giovanni Da Pozzo, ricorda con commozione la sua scomparsa, «davvero troppo prematura. Non è facile – dice Da Pozzo – trovare parole appropriate per salutare Pierluigi Cappello, che proprio con le parole aveva costruito un mondo unico, speciale, in grado di toccare, profondamente, la mente e il cuore”.

“Con affetto e ammirazione, il mondo dell’economia friulana, il Friuli tutto, gli dice addio: ne è stato esponente sublime, rappresentante del mondo della cultura e di quel suo originale, prezioso e intimo “spazio libero” che è la poesia. E ha sempre legato strettamente la sua produzione all’appartenenza al Friuli, usandone anche la lingua e cantandone la voce nella sua peculiare essenza, cosa che forse solo la poesia, la grande poesia può cogliere nel profondo».

Proprio in occasione delle Premiazioni 2014, che avevano come tema le prospettive per il futuro, Cappello regalò una sua riflessione al mensile camerale Udine Economia.

“Partiamo da un dato confortante – disse il poeta al giornale –: Udine è la città in Italia dove si comprano più libri. Il Friuli come lʼItalia, in questo non cʼè distinzione, devono adoperarsi in un lavoro profondo di cura delle proprie radici culturali”.

E ancora: “Occorre conoscere la propria storia, letteratura, tutelare il paesaggio e i beni culturali dove si vive. Sono elementi essenziali per costruire, percepire e rafforzare la nostra identità, friulana, italiana che sia. Questa è unʼazione fondamentale ‒ proseguì Cappello ‒perché, se non conosci te stesso, come fai a confrontarti con gli altri? Qual è il termine di paragone?”. Lʼauspicio espresso dal poeta è stato che “istituzioni, Università, società lavorino insieme per una forte ripresa culturale non solo tecnica e scientifica, ma umanistica”.

«Addolorati – conclude Da Pozzo –, lo ricorderemo per sempre come uno dei più bei simboli del nostro territorio: ne resterà inestimabile ambasciatore e messaggero».

Foto Ansa




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