Mercati finanziari: saliscendi, si cerca stabilità

Settimana di saliscendi quella appena conclusa sui mercati azionari: una prima parte improntata, infatti, ad un recupero delle borse, in continuazione con quanto visto nella precedente settimana e un proseguo, invece, meno positivo, con il ritorno di nuove paure e timori circa l’evoluzione dei prossimi mesi.

Nel complesso i mercati stanno cercando una stabilizzazione dopo lo shock che ha portato alle profonde correzioni iniziate a metà dello scorso febbraio e dove anche gli operatori più prudenti hanno patito la velocità del sell-off. Da un lato l’eccessivo ottimismo dei mercati, che anticipavano una ripresa degli utili già nel 2020 grazie agli stimoli monetari della Fed, dall’altro l’impreparazione a eventi esogeni di impatto macro come una pandemia, hanno lasciato spazio al movimento ribassista, senza che i compratori avessero il necessario tempo per posizionarsi.

Passata questa fase, come detto, ora ci sono più informazioni per gli investitori, sebbene risulti ancora molto incerti non tanto che vi sarà un forte calo dei PIL regionali, ma piuttosto l’effetto strutturale e duraturo della diffusione del virus.

Tante, infatti, le variabili presenti ma ancora poco prezzabili dai mercati: come riusciranno i paesi a bloccare la diffusione massiva? Sapranno evitare le ‘seconde ondate’? quando sarà disponibile un vaccino efficace? E infine, quanto risulterà condizionato il commercio internazionale e gli utili globali? Economia e finanza vanno a braccetto, ma quest’ultima, come sempre, tende sempre ad anticipare di qualche trimestre, concentrandosi primariamente appunto sugli utili societari.

Intanto governi e banche centrali hanno predisposto i loro piani per attutire la caduta economica, sebbene vi siano palesi differenze tra USA/Cina ed Europa. Questo ha comunque permesso il recupero che vi è stato per le borse (anche +20% dai minimi) ma che va classificato al momento come un rimbalzo, tra l’altro, indebolitosi nel breve.

A livello settoriale, da rimarcare in questa fase la complessiva sovraperfomance di alcuni comparti: Health Care, Food, Telecom, meno esposti al ciclo economico, molto colpite invece le banche e settori a beta elevato come le auto. Sul breve, da segnalare l’exploit settimanale del settore Oil, che beneficia del forte recupero del prezzo del greggio. Per lo stesso motivo, tra i paesi emergenti, primeggiano alcuni paesi produttori come la Russia, mentre i paesi asiatici sono risultati allineati con gli altri listini occidentali.

MATERIE PRIME
In ambito materie prime, torna protagonista il petrolio che sulla soglia del baratro dei 20 Dollari al barile, mette a segno un rialzo record (+32%) sulle aspettative di nuovi dialoghi tra i produttori per procedere ad un taglio della produzione: il close finale è di poco sotto quota 30.Gli altri comparti hanno mostrato meno volatilità: anche l’oro è rimasto stabile.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO
In tema di reddito fisso, tra i principali elementi da sottolineare: la pressione sui governativi della zona Euro, il ruolo ancora ‘safe’ dei governativi di alcuni paesi rifugio, la difficoltà del debito emergente e la continuazione del recupero su corporate investment grade e high yield.
Lo scetticismo del mercato sulla zona Euro deriva, oltre che per l’impatto del Coronavirus sui singoli bilanci dei paesi dell’Unione, anche per l’evidente difficoltà di trovare una posizione unitaria per rinsaldare il vincolo europeo. Il tutto mantiene in uno stato di incertezza il mercato che richiederebbe invece maggiore unità e condivisione del destino della valuta unica e non una contrapposizione forte tra il Nord Europa e l’area mediterranea.
Qualche pressione in più invece sul debito italiano ma anche spagnolo, portoghese e greco, ossia tutta la fascia periferica dell’Eurozona, con il paese iberico, tra l’altro, più pesantemente colpito dall’emergenza sanitaria. Chi rimane ‘safe heaven’ nel contesto di volatilità generale è il debito di Stati Uniti, Svizzera, Canada, Australia e Giappone.

MERCATI DEI CAMBI
Per quanto riguarda il forex, molto debole l’Euro verso la generalità delle altre valute: EURUSD scende del 3% riportandosi in area 1,08, ma pesante la flessione della moneta unica anche verso Yen, Dollaro Canadese e Sterlina inglese, a conferma del momento complicato per il Vecchio Continente. Il rafforzamento di Nok e Rublo è invece collegato al rialzo del prezzo del petrolio.
Dott. Alessandro Pazzaglia Consulente Finanziario Autonomo

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Sito : www.pazzagliapartners.it




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