Settimana con perdite record sui mercati finanziari

Settimana con perdite record sui mercati finanziari globali: le flessioni sono a doppia cifra su gran parte delle borse internazionali, con una sequenza di sedute negative, in certi frangenti, hanno ricordato la grandi crisi finanziarie del passato, più che gli storni (anche di discreta entità) visti negli ultimi anni.

A colpire, infatti, è la rapidità del movimento che ha sconvolto le borse mondiali: una discesa verticale che per alcuni mercati si è trasformata in sell off numericamente mai visti prima, come è il caso della borsa italiana (-17% nella giornata di giovedì, poi solo parzialmente recuperato).

Non si tratta solo di un repricing dei valori economici in base ad un futuro forte rallentamento che si può stimare per l’impatto della diffusione del Coronavirus. A questo elemento, infatti, si sono sommate veri e propri timori che la pandemia possa mettere a dura prova la struttura stessa del sistema finanziario.

A livello medico sono molteplici i report che mostrano le stime di contagio globale, con numeri da vera e propria catastrofe sanitaria ed economica. Per evitare questo scenario, i governi di quei paesi che sono stati colpiti per primi dall’epidemia stanno approntando misure sempre più restrittive, sia in termini di libertà personali sia per quanto riguarda la produzione industriale e i servizi commerciali.

Quella che sembrava una infezione prima locale e poi geograficamente più allargata (ma comunque gestibile), si è trasformata in un detonatore che ha piegato i mercati sulle propria ginocchia. Ad impattare per l’Italia l’estrema debolezza economica che sarà certamente osservabile nei prossimi mesi, per un paese già di per sé incapace di crescere in condizioni favorevoli e con poco spazio di manovra nella finanza pubblica.

L’Asia (tra -5% e -13%) ha mostrato maggiore resistenza alla bufera finanziaria in corso: da un lato qualche segnale incoraggiante da Cina e Corea del Sud in tema di contenimento dei contagi ha dato supporto agli investitori, dall’altro interventi istituzionali consentono un supporto di liquidità. Pesanti invece le performance di Brasile e Russia, zavorrate dal crollo del prezzo del petrolio.

MERCATI MATERIE PRIME
Settimana shock anche per il comparto commodities: l’indice generale perde quasi l’8%, affossato dal crollo del greggio ma non solo. La guerra dei prezzi tra Arabia Saudita e Russia (con la prima che sceglie di abbassare i prezzi di vendita del 30% visto il rifiuto russo di far diminuire la produzione) ha causato la discesa del WTI Crude Oil vicino ai minimi del 2018 in area 30 Dollari. Inattesa, forse, la debacle dei metalli preziosi: Oro -8%, Argento -15%, Palladio -30%: la necessità di fare cassa ha di fatto causato l’ondata di vendite generalizzata

MERCATO OBBLIGAZIONARIO
Il mondo del reddito fisso, nella settimana appena trascorsa, ha smesso di essere il porto sicuro dove far confluire quanto fuoriuscito dall’equity. C’è stato più che altro un mantenimento delle posizioni, quasi come se i rendimenti ipercompressi raggiunti specie dai governativi più solidi rappresentino un sostegno difficilmente valicabile, almeno nel breve periodo.

Ad una settimana, infatti, l’unico titolo capace di mantenere le posizioni è stato il Bund tedesco, il cui rendimento ha raggiunto e approfondito i minimi dello scorso settembre, toccando area -0,90%, salvo poi recuperare sul finale. Il resto ha visto segni meno, ma con magnitudini estremamente diverse tra i vari segmenti.

Nel Vecchio Continente ha portato ad un aumento dei rendimenti soprattutto per la parte più debole dell’area Euro, con i titoli di stato italiani e greci in flessione di diversi punti percentuali.

In negativo, però, sono finiti anche il governativo spagnolo e francese, segno di una tensione che ha avuto il suo apice nella giornata di giovedì, quando sono giunte al mercato le parole di Christine Lagarde, capo della BCE. Un messaggio che si è totalmente disallineato rispetto alle attese iniziali degli operatori, che vedevano nella Banca Centrale Europea un’ancora di salvezza nell’attuale contesto di tensione finanziaria.

Non solo non è arrivato questo, ma Lagarde ha esplicitamente detto che l’opera di contenimento degli spread presenti tra i rendimenti dell’Eurozona non sono di competenza della BCE. Dichiarazioni che vanno a sconfessare la filosofia dell’opera di Mario Draghi, che aveva costruito l’immagine di una banca centrale presente e a sostegno della tenuta del sistema finanziario.

Il messaggio è esplicito: devono essere i governi, con la leva fiscale e di bilancio ad essere in prima linea nel miglioramento dei dati macroeconomici ma anche nel contenimento degli spread nell’Eurozona. Parole che sono piaciute molto poco ai mercati e risultate fatali ad alcuni paesi come ltalia e Grecia.

MERCATO VALUTARIO
In ambito valutario, l’elemento più da rimarcare è il ritorno di forza del Dollaro USA che rispetto all’Euro ha cominciato a recuperare qualche posizioni dopo settimane di debolezza. In questa logica, il biglietto verde è tornato a fare da valuta rifugio nelle giornate di tensione.

Tra gli altri cambi si è vista una decisa flessione delle valute ad alto rendimento, emergenti o legate al business del petrolio e materie prime. Crollo molto ampio anche per il Bitcoin: la valuta virtuale non assume il ruolo di bene rifugio, ma, anzi, amplifica i segni meno degli asset rischiosi

Dott. Alessandro Pazzaglia Consulente Finanziario Autonomo

Mail : [email protected]

Sito : www.pazzagliapartners.it




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