Arrestato un funzionario dell’Agenzia delle entrate

PORDENONE – Un funzionario dell’Agenzia delle Entrate è stato arrestato per corruzione e un imprenditore è stato interdetto nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza di Pordenone coordinata dal Procuratore della Repubblica, Raffaele Tito.

Il pubblico funzionario, che è stato posto ai domiciliari, è accusato, sulla base di gravi indizi, di aver riferito in più occasioni all’imprenditore informazioni riservate cui aveva accesso in ragione del proprio ufficio, ricevendo in cambio utilità personali; l’imprenditore avrebbe fatto uso di tali delicate informazioni nelle scelte gestionali della sua attività.

Il funzionario pubblico, inoltre, è gravemente indiziato di aver indotto un secondo imprenditore, nel corso di una verifica fiscale, a sponsorizzare con ventimila euro un’associazione sportiva dilettantistica dell’avianese, nella quale il dipendente pubblico stesso riveste ruoli direttivi.

Per le indagini hanno assunto grande importanza le dichiarazioni dell’imprenditore verificato, il quale si è spontaneamente presentato presso gli uffici della Procura della Repubblica di Pordenone ove ha rivelato quanto avvenuto.

Le indagini della Guardia di Finanza coinvolgerebbero anche altre persone nell’operazione che ha portato all’arresto di un dipendente dell’Agenzia delle Entrate della sede di Pordenone.

Nell’ambito della stessa indagine sono in corso ulteriori perquisizioni nei confronti di un secondo funzionario della locale Agenzia delle Entrate e di alcuni altri imprenditori, anch’essi indagati per episodi corruttivi.

Le indagini proseguiranno al fine di individuare eventuali ulteriori persone coinvolte nei fatti di corruzione oppure vittime di concussione.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pordenone ha disposto anche, nei confronti del pubblico funzionario arrestato, il sequestro per equivalente della somma che ha costituito il profitto del reato.

La misura cautelare nei suoi confronti si è resa necessaria in quanto egli, avuto sentore che erano in corso indagini nei suoi confronti, si stava attivando per sviare gli investigatori e occultare le prove, spingendo gli imprenditori coinvolti a fornire agli inquirenti versioni di comodo, da lui stesso proposte, dei fatti avvenuti.




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