Bullismo, emergono retroscena inquietanti dalla classe di Pordenone

“L’episodio della ragazza di 12 anni che a Pordenone ha tentato il suicidio perchè vittima di atti di bullismo da parte di alcuni compagni di classe si fa sempre più preoccupante alla luce di nuovi elementi che, se confermati dalla magistratura, potrebbero portare alla messa in atto di sanzioni nei confronti dei responsabili, a iniziare dalla preside”.

Lo dichiara, in una nota, la deputata del Pd e responsabile nazionale del partito per l’infanzia e l’adolescenza, Vanna Iori.

“Le ricostruzioni giornalistiche delineano un quadro di sottovalutazione e omertà inaccettabile: mentre quella ragazza era umiliata e pensava di farla finita la preside sapeva dei due bulli che la tormentavano e non avrebbe agito tempestivamente per prevenire, rieducare e sanzionare”, aggiunge Iori.

“Sputi, soprusi e minacce non possono avere diritto di cittadinanza nelle nostre scuole; inoltre la violenza degli stessi bulli si sarebbe spinta anche ad oltraggiare la commemorazione della strage terroristica di Parigi: il ruolo educativo degli insegnanti deve agire come un argine per impedire che questi comportamenti possano contaminare anche altri studenti”, prosegue la deputata del Pd.

“I ragazzi non hanno tutti gli strumenti, emotivi innanzitutto, per potersi difendere dall’attacco del branco: spetta in primo luogo agli insegnanti, attraverso il dialogo, l’attività educativa, ma anche la denuncia e la sanzione di comportamenti inaccettabili, tutelare coloro che sono vittime di bullismo nelle scuole”, aggiunge.

“E’ ora di dare un messaggio forte: lo dobbiamo ai nostri giovani e in particolare a quella ragazza di 12 anni che ha pensato di farla finita perchè si è sentita abbandonata da tutti”, conclude Iori.




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