Caso Simon (Aas5): Ciriani “la decisione spetta alla Regione”

PORDENONE – Sta diventando un caso politico la scadenza, il 31 maggio, del contratto del direttore generale dell’Azienda sanitaria 5
Giorgio Simon.

Restano alcuni mesi “scoperti”, sino al rinnovo di tutti i
vertici della sanità regionale e la Regione sembra intenzionata a far arrivare un commissario per reggere l’Aas5 in questo periodo di transizione.

L’altro giorno, l’assemblea dei sindaci, 23 rappresentanti il 52,77 per
cento, ha approvato una raccomandazione in cui si legge che i primi cittadini sono preoccupati per l’iter del nuovo ospedale e raccomandano di dare seguito al naturale decorso dell’incarico.

Apriti cielo. Il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani e la giunta comunale non ci stanno e ieri, 2 maggio, diramano una nota in cui precisano di “prendere atto della raccomandazione espressa dai sindaci, o loro delegati, presenti all’Assemblea di martedì finalizzata a chiedere il prolungamento del mandato del direttore dell’Azienda Sanitaria dott. Simon, ma intendiamo dare il giusto peso alla stessa, riportarla nell’alveo della sua reale portata onde evitare fraintendimenti”.

“Non intendiamo – aggiunge la nota – aprire alcuna inopportuna ed inelegante discussione riguardante nomi o profili e neppure ci permettiamo di dare giudizi sull’attuale direzione. Intendiamo semplicemente esprimere con chiarezza che spetta alla Regione, al Governatore Fedriga e al Vice Presidente Riccardi, la decisione di come gestire l’organizzazione tecnica dell’Azienda5 e, conseguentemente, sempre alla Regione, e non ad altri, il compito di valutare le decisioni più opportune”.

Il sindaco Ciriani aggiunge che non avrebbe appoggiato un documento lesivo dell’autonomia e del diritto della Regione a stabilire chi debba reggere la direzione aziendale e interpreta quel documento come un’iniziativa che si poteva evitare e non rappresentativa del pensiero della maggioranza comunale.

Se Simon ed il suo staff debbano continuare a guidare l’azienda, se serva o no un commissario, sono scelte che entrano nell’esclusiva potestà regionale e stridono invasioni di campo irrituali e non precedute da una più ampia discussione.

Una proposta come quella avanzata dal sindaco di San Vito al Tagliamento, Antonio Di Bisceglie, non andava presentata né discussa ma, nel caso di specie, sarebbe stato quantomeno necessario dibatterla in una successiva assemblea, consentendo a tutti i presenti, e anche agli assenti, di poterne valutare portata, peso politico, conseguenze. Ciò non è stato possibile per le modalità contenute nel tempo che hanno impedito anche ad alcuni presenti di percepire pienamente i profili di non competenza dell’assemblea sull’argomento.

Per quanto ci riguarda, afferma la giunta comunale, quel documento non rappresenta il nostro pensiero nella misura in cui possa essere interpretato come una “invasione di campo” e lasciamo alla Regione ogni decisione in merito. Decisione che va presa non in base a calcoli, amicizie o pesi territoriali ma in base alla professionalità, capacità manageriale e tecnica che deve possedere una figura dirigenziale cruciale nell’erogazione di servizi di eccellenza per la nostra comunità.

“A quale nome – conclude la nota – quale figura, corrispondano questi requisiti non è compito nostro dirlo così come riterremmo inaccettabile che la Regione entrasse nelle scelte che spettano ai sindaci”.




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