Ciriani “Integrare servizi socio sanitari per dare risposte migliori”

PORDENONE – «Abbiamo speso troppo tempo e polemiche a discutere esclusivamente di ospedali, dimenticandoci della casistica infinita di situazioni che riguardano la salute, quali anziani, minori, disabili, dipendenze, autismo. Bene fa l’assessore Riccardi a partire dall’ascolto del territorio, dall’analisi di questi problemi per poi cercare soluzioni. E’ un cambio di paradigma e un passo avanti importante».

Lo ha detto il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, durante l’incontro in Municipio con l’assessore regionale alla salute Riccardo Riccardi e i soggetti dell’ambito socio sanitario del pordenonese: terzo settore, associazioni, cooperative, azienda sanitaria e sindaci di Pordenone, Cordenons, Porcia, Roveredo in Piano, San Quirino, Zoppola.

Una riunione guidata dall’assessore al sociale di Pordenone Eligio Grizzo – che l’ha definita «una giornata di ascolto sui problemi sociali e sanitari» – e convocata da Riccardi che sta via via incontrando tutti gli ambiti territoriali regionali. Obiettivo: raccogliere appunto problemi e segnalazioni da parte del territorio, al fine di porre le basi per la nuova legge sanitaria del Friuli Venezia Giulia.

Per Ciriani «vanno resi più fluidi i rapporti tra chi si occupa di lavoro, famiglie, salute, temi spesso tra loro legati. In quest’ ottica l’erigenda cittadella della salute dovrebbe in realtà diventare “cittadella del welfare”, perché bisogna integrare i servizi socio sanitari per dare risposte migliori. Ci sono problemi vecchi e nuovi che hanno bisogno di strumenti efficaci, non più di dibattiti e seminari. Penso per esempio alle dipendenze, che coinvolgono anche i ragazzi più giovani, alle fragilità familiari, alle problematiche che segnalano le scuole, all’autismo, alla non autosufficienza degli anziani. E’ fondamentale mettere al centro questi temi per evitare che meno persone debbano ricorrere all’ospedale» ha chiuso Ciriani riferendosi alla riforma regionale in divenire.

Tra i problemi principali segnalati dai partecipanti vi sono in primis la carenza di operatori e professionisti sociosanitari dei servizi specialistici quali dipendenze, consultori, neuro psichiatria infantile (per la quale si registra un incremento di richieste). «Stiamo cercando di reperire questo personale» ha fatto sapere al riguardo il commissario dell’azienda sanitaria pordenonese, Eugenio Possamai. Le altre segnalazioni hanno riguardato la necessità di una maggiore integrazione tra servizi sociali e sanitari; l’esigenza di maggiori risorse economiche; le liste d’attesa lunghe per le case di riposo; il ritardo nell’erogazione dei contributi alle famiglie assegnatarie con disabili a carico; la necessità di una informatizzazione migliore per gli operatori del settore sociale e sanitario.

Nei servizi sociali dei sei comuni operano 95 dipendenti a cui si aggiungono 195 esterni; venticinque associazioni hanno rapporti diretti con i comuni, altre 30 vi collaborano; gli investimenti annui sono di 19 milioni per 40 interventi offerti diversi.

Nell’ultimo triennio gli utenti in carico sono stati 7366, di cui 52,1 per cento adulti, 36,7 per cento anziani e 11,3 per cento minori. Per i minori le principali problematiche riguardano, nell’ordine, la sfera della famiglia, salute (in particolare disabilità) e scuola. Per gli adulti reddito, lavoro e famiglia; per gli anziani, non autosufficienza, famiglia, salute.

Tra le caratteristiche del contesto urbano, in tutto 103.537 abitanti, spiccano invecchiamento e saldo demografico negativo, aumento dei nuclei mono-personali, emersione di fenomeni collegati all’impoverimento relazionale ed economico, anche conseguenti a modifiche del mercato del lavoro, e alla densità abitativa. I dati sono stati illustrati dalla dirigente dei servizi sociali del Comune di Pordenone, Miralda Lisetto.




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