Giovani, Unindustria presenta progetto per rilancio occupazione

PORDENONE – Sono state presentate questa mattina, 29 aprile, a Pordenone, in Unindustria, le linee guida del Progetto Pilota per il rilancio dell’occupazione giovanile nel Pordenonese di prossima sottoscrizione.

Subito, dalla Regione, il placet dell’assessore regionale a Lavoro, Formazione, Istruzione, Pari opportunità, Politiche giovanili, Ricerca e Università, Loredana Panariti (i sottoscrittori sono Unindustria, Agenzia Regionale per il Lavoro e Organizzazioni Sindacali) di un «documento operativo – ha detto – che ha l’obiettivo di promuovere i tirocini nonché, quale logica azione sia a monte sia a valle, lo scambio di informazioni sui fabbisogni formativi dei territori. Una partnership – ha concluso l’assessore sottolineando che il 33% di quanti hanno frequentato i tirocini sovvenzionati dalla Regione ha trovato occupazione – che il Protocollo potrà garantire ottimi risultati se, tutti insieme, riusciremo ad essere incisivi e collaborativi».

Il Presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, ha spiegato che «presentare iniziative concrete a sostegno dell’occupazione, è il nostro modo di festeggiare il 1° maggio. Numerose – ha aggiunto – sono le iniziative che abbiamo messo in cantiere, impegnative da un punto di vista analitico, progettuale e realizzativo, e apparentemente temerarie. Tuttavia l’investimento sul capitale umano è indispensabile e urgente, al di là di ogni ipotesi di scenario futuristico, il mondo 4.0 non attende e richiede prontezza di azione, ambizione e capacità di adattamento.

Per far fronte a questa certezza, Unindustria Pordenone ha sviluppato un progetto per sostenere l’occupazione dei giovani nelle aziende del territorio, che propedeuticamente anticipato dalle attività di education e opportunamente inserito e integrato nelle politiche attive regionali, possa migliorare le performance occupazionali e contemporaneamente rappresentare un rinnovamento generazionale e culturale delle nostre strutture organizzative».

Il progetto è costituito da un pacchetto di azioni (3) finalizzate a invogliare le aziende ad assumere giovani dai 18 ai 29 anni. L’obiettivo esplicito è l’inserimento al lavoro dopo le attività formative in tirocinio di mestiere che diventa «premessa – ha aggiunto ancora Agrusti evidenziando il pre-salario da circa 500 euro che verrebbe erogato in questa specifica fase – per la loro successiva assunzione, agevolata da una riduzione del costo del lavoro. L’obiettivo implicito è invece costituito dalla motivazione dei giovani ad apprendere un lavoro, ad acquisire una professionalità anche in settori diversi da quelli del loro percorso di studio».

Costituiscono il pacchetto: una campagna di comunicazione rivolta alle imprese Associate, nonché ai giovani e alle famiglie con l’obiettivo di sensibilizzare verso il rilievo sociale assunto dalla disoccupazione giovanile; la conferma dell’impegno di Unindustria per la promozione di forme concrete di formazione finalizzata all’inserimento al lavoro con una attività di promozione e coordinamento di Unione che si assumerà il compito di individuare presso aziende associate figure professionali caratterizzate dalla necessità di conoscenza di un vero e proprio mestiere che richiedono particolari attitudini al lavoro; il protocollo oggetto della conferenza stampa.

«A breve – ha aggiunto il Presidente spiegando che il kick-off è previsto tra poche settimane – saranno coinvolte anche le altre associazioni di categoria affinché il volume dei numeri prodotti sia ancor più importante». Il tirocinio, come hanno poi avuto modo di concordare anche le organizzazioni sindacali, rappresenta – anche dopo una specifica attività di selezione e formazione coordinata dall’Agenzia Regionale del Lavoro – uno strumento capace di contribuire a risolvere parte delle necessità latenti espresse dalle imprese. L’identikit del tirocinio tratteggiato in conferenza stampa è di un format «orientato all’addestramento attraverso l’apprendimento di competenze da personale in possesso delle stesse, capace e disponibile alla loro trasmissione e nominativamente individuato all’interno dell’organizzazione produttiva dall’Impresa (Tutor) e strutturato per una durata minima di 6 mesi per consentire un vero avvicinamento del giovane al mestiere».

La Territoriale, tramite i propri servizi delle Aree Lavoro ed Education, ha detto Paolo Candotti, Direttore generale di Unindustria, sarà a disposizione delle imprese per il supporto tecnico e promozionale dell’iniziativa e seguirà direttamente l’evoluzione del progetto nelle singole realtà. L’Agenzia Regionale per il Lavoro effettuerà una prima selezione dei giovani e sottoporrà all’impresa una serie di candidature per l’avvio del “tirocinio di mestiere”, attività coerente con il progetto Garanzia Giovani e delle ulteriori attività ad essa competenti in virtù della disciplina regionale sulle politiche attive del lavoro. Sempre l’Agenzia fornirà consulenza alle Imprese in merito alle incentivazioni previste dalla vigente normativa regionale per la stabilizzazione lavorativa dei giovani che hanno svolto il tirocinio di mestiere.

I sindacati, infine, secondo le premesse emerse ieri in conferenza stampa, si attiveranno nei confronti dei lavoratori e delle R.S.U. affinché venga monitorato a livello aziendale l’andamento del progetto, analizzata e promossa l’attività formativa dedicata ai tirocinanti e verificato l’esito dell’inserimento dei tirocinanti nell’organizzazione aziendale.

Flavio Vallan, segretario provinciale della CGIL, ha parlato dell’interesse del sindacato «perché da tempo pensiamo che la strada della competizione passi attraverso innovazione in cui lavoro e impresa agiscono insieme per crescere. L’interesse è rafforzare le imprese. L’aggiunta di lavoretti precari ha aggravato la crisi portando a questi livelli di disoccupazione. Quindi, nuova occupazione di qualità. I mestieri esistono ancora, anche dal punto di vista industriale, e producono competitività. Ed è una strada che accompagna il lavoro ai diritti. Questo progetto riguarda tutti: imprese e lavoratori. Pensiamo anche che vi siano problemi strutturali, con un blocco del turn-over che dura da troppi anni».

Secondo Arturo Pellizzon, segretario provinciale della CISL, «l’iniziativa avrà il merito di dare smalto a occasioni sotto forma di sistema, il sindacato da solo non ce la fa proprio come le imprese… Forse incrociando le nostre necessità otteniamo qualche obiettivo. Il tema del lavoro sta diventano molto importante. E noi abbiamo le leve per risolvere la questione, dobbiamo tornare potentemente a parlarne». Ha concluso Roberto Zaami, segretario provinciale della Uil, per il quale «questo argomento ridarà centralità al valore del lavoro perché la crisi non è del tutto passata, è la nuova normalità con cui dobbiamo fare i conti. È un progetto importante che riesce a dare risposte altrettanto importanti come turn-over e possibilità di fare una formazione vera».

Sempre in conferenza stampa è stato ricordato che nonostante il Pordenonese abbia chiuso il 2016 con una serie di indicatori economici positivi, permane – almeno localmente – la percezione che la crisi non sia finita e tutto ciò nonostante la produzione industriale nella Destra Tagliamento, lo scorso anno, abbia segnato un incremento pari al 3% con un consolidamento del recupero occupazionale manifestatosi nel 2015. Questa l’apertura della conferenza stampa in corso quest’oggi in Unindustria Pordenone dedicata alla presentazione delle linee guida del progetto pilota per il rilancio dell’occupazione giovanile nel Pordenonese. Tuttavia, a inizio 2017 mancavano ancora 5.000 posti di lavoro rispetto agli occupati ante-crisi del 2008.

«In ogni caso – ha detto Candotti – i segnali di miglioramento occupazionale di cui sopra non interessano in egual misura tutti i settori produttivi: cresce l’occupazione nel terziario avanzato, nei servizi alle imprese, nell’ampio e diversificato settore metalmeccanico e si consolidano le posizioni nel settore del legno-arredamento mentre l’edilizia attraversa una crisi senza precedenti. pur con significativi distinguo per settore. Secondo l’Istat il tasso di disoccupazione tra i giovani nel Pordenonese è del 20% circa contro il 35% della media nazionale.




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