“Il canto dell’arcobaleno” di Marianna Maiorino il 12 marzo

PORDENONE – Come sarebbe il nostro mondo se gli occhi potessero ascoltare e se le orecchie potessero vedere? Riflettere sulla risposta apre un mondo quasi inesplorato di conoscenze che accomuna personaggi importanti come Pitagora, Aristotele, Leonardo Da Vinci, Schopenhauer, Kant solo per citarne alcuni.

La ragione di questa vicinanza è spiegato dalla giornalista Marianna Maiorino, autrice del saggio “Il canto dell’arcobaleno : la sinestesia” ( Gilgamesh edizioni) che sarà presentato martedì 12 marzo, alle 18 e 30, nella saletta dell’ex Convento di San Francesco a Pordenone.

L’autrice, conversando con lo scrittore Alberto Garlini, risponderà a questa e altre domande legate al tema della sinestesia, una capacità sensoriale che caratterizza il 4% della popolazione fra cui molte persone con spiccate inclinazioni artistiche.

In particolare, con il termine “sinestesia” si fa riferimento a quelle situazioni in cui una stimolazione uditiva, olfattiva, tattile o visiva è percepita come due eventi sensoriali distinti ma conviventi.] Nella sua forma più blanda, la sinestesia è presente in molti individui, spesso dovuta al fatto che i nostri sensi, pur essendo autonomi, non agiscono in maniera del tutto distaccata dagli altri.

Più indicativo di un’effettiva presenza di sinestesia è il caso in cui il percepire uno stimolo (come ad esempio il suono) provoca una reazione netta e propria di un altro senso (ad esempio la vista).

“Non ci sono molti testi sull’argomento – spiega Maiorino – la maggior parte sono raccolte di poesie o testi di psicologia. Il mio invece considera la sinestesia affiancando (da quel che mi risulta) per la prima volta in un saggio le scoperte neurologiche in materia da una parte e l’impiego artistico della sinestesia nella poesia come figura retorica ma anche nella pittura e nella musica”.

Paola Dalle Molle




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