La grande lirica torna al Verdi il 5 luglio con la Tosca

PORDENONE – Arriva la grande lirica al Teatro Verdi di Pordenone, secondo appuntamento con il calendario estivo del Comunale.

Mercoledì 5 luglio, alle 20.15, andrà in scena “Tosca”, opera fra le piùcelebri della tradizione operistica italiana ma anche esemplare dal punto di vista drammaturgico, che rappresenta da sempre una serata indimenticabile per il pubblico.

E proprio per favorire il più possibile l’accesso, il Comunale ha previsto prezzi speciali – oltre alle consuete riduzioni – per gli spettatori under 40 e per gli under 20 (info biglietti: www.comunalegiuseppeverdi.it, 0434 247624).

“Tosca”, dunque: ancora prima che una sola nota sia cantata, l’atmosfera dell’opera è stabilita, una torbida e fosca inquietudine, tinte dense e bagliori metallici, ansie e tensioni teatrali e musicali stringenti e sempre perfette, in una sequenza di colori strumentali che cambiano di continuo.

L’opera in scena a Pordenone, prodotta dalla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, è un allestimento del Comune di Bassano del Grappa/Opera Festival e del Comune di Padova per la regia, scene, costumi e luci di un grande nome della scena internazionale, il regista argentino Hugo de Ana. La direzione musicale è affidata all’energia e rigore del maestro Fabrizio Maria Carminati. Il cast, di ottimo livello, vede nei tre ruoli principali artisti di chiara fama come Francesca Tiburzi, che sarà Tosca anche a Firenze in autunno, Luciano Ganci nei panni di Cavaradossi e Ruben Amoretti nel ruolo del barone Scarpia.

Con i complessi stabili dell’Orchestra e del Coro – preparato dal maestro Francesca Tosi – sul palcoscenico saranno anche “I piccoli cantori della città di Trieste” diretti dal maestro Cristina Semeraro.

Scritta da Puccini a cavallo di due secoli e rappresentata per la prima volta il 14 gennaio del 1900 a Roma, “Tosca” si ispira al dramma di Victorien Sardou “La Tosca” il cui successo era indissolubilmente legato alla leggendaria interpretazione di Sarah Bernhardt.

Al tempo Puccini era il più importante operista italiano, celebre per le sue storie capaci di raggiungere il cuore del grande pubblico e i cui personaggi entravano nell’immaginario popolare per rimanerci, come sappiamo, a lungo. Ma l’unicità di Puccini ne fa anche un eccezionale compositore moderno: precursore sui tempi di decine d’anni, anticipa sonorità che diventeranno registro stilistico di composizioni come Elettra di Strauss, o Wozzeck di Berg o le successive composizioni di Stravinskij.

Proiettata in avanti, per la modernità delle atmosfere musicali, ma anche ricca di citazioni, “Tosca” viene considerata da molti critici un evidente omaggio a Verdi e al suo Otello in particolare. Le citazioni verdiane sono disseminate in tutta Tosca, si pensi all’Angelus iniziale cantato su una sola nota come avviene con i rintocchi della mezzanotte nel Falstaff, e al tema della gelosia che non può non ricordare Jago, ma anche per i molti passaggi armonici, vocali e strumentali chiaramente ispirati dall’Otello verdiano.

Foto di Fabio Parenzan




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