Nuovi Record a Wall Street, novità in settimana Euro si rafforza sul dollaro

MERCATO AZIONARIO

Settimana dal tono decisamente positivo quella appena terminata sugli indici azionari internazionali. L’indice MSCI World (azionario globale) ha incamerato un +1,5%, frutto soprattutto della continuazione dell’uptrend sugli indici americani, mentre l’Europa ha prestato invece il fianco a prese di beneficio.

Il buon tono degli indici USA è il risultato di un puzzle di notizie che stanno consentendo a listini già ben performanti di mantenersi su livelli da record. L’S&P 500 ha infatti fatto l’occhiolino ad area 3.700, per poi chiudere ad un soffio da questa quota; il Nasdaq 100, invece, ha superato, di una manciata di punti, il massimo precedente di agosto (area 12.440).

E’ ancora il tema del superamento della crisi sanitaria, attraverso i diversi vaccini arrivati alla fase finale di sperimentazione, a rappresentare un sostegno alle quotazioni. Questo si è tradotto in un supporto trasversale un po’ a tutti i settori: a quello dell’Health Care/Pharma, ai tecnologici ma anche a quelli più legati al ciclo economico (come i finanziari). Lo stesso settore Oil & Gas, indebolito dal declino del greggio nella prima parte della settimana, ha poi ripreso quota sull’onda dell’accordo in seno all’OPEC+ sulla produzione, con una gradualità negli incrementi alla produzione a partire da gennaio 2021.

Dal punto di vista macro, la situazione per gli Stati Uniti resta improntata ad una difficoltà nel recupero economico, soprattutto per la recrudescenza nella diffusione dei contagi (anche a livello internazionale). Se l’attività manifatturiera ha complessivamente tenuto a novembre, il recupero di posti di lavoro invece ha significativamente frenato, a causa proprio delle nuove misure di contenimento. Misure di stimolo, in corso di definizione dalla politica, sono a questo punto obbligate.

A livello internazionale, l’Europa ha visto una sostanziale stazionarietà delle borse, dopo un periodo in cui il Vecchio Continente era invece riuscito a recuperare parte del gap perso durante la prima parte dell’anno. Fa eccezione la borsa di Londra: il listino inglese si trova ad affrontare la spinosa tematica della Brexit (con il 1° gennaio 2021 ormai vicinissimo) ed il rischio di un no-deal con l’Unione Europea, che non accetta un accordo degradato e limitato. Dall’altro lato, il Regno Unito sarà il primo paese occidentale in cui inizierà la somministrazione del vaccino, che sarà quello prodotto da Pfizer e Biontech. Un elemento che ha dato all’indice inglese, decisamente sottoperformante da inizio anno, un boost per recuperare qualche posizione.

Sui mercati emergenti (+1,7%) buona la spinta per i listini più direttamente legati al prezzo del petrolio, come Russia e Brasile, mentre l’Asia ha mostrato differenti segni ma nel complesso positivi. A livello di temi, forte recupero dei gold miners (rialzo oro) e del biotech (notizie sui vaccini), oltre al buon andamento dei comparti growth tech.

MATERIE PRIME

In ambito materie prime da segnalare il buon rimbalzo per i metalli preziosi, dopo i cali delle scorse settimane, (soprattutto per l’oro). Il metallo giallo recupera in realtà solo parzialmente (+3%) riportandosi in area 1.840 Dollari l’oncia, mentre Argento e Platino hanno avuto un rialzi significativo (+7% e +9%). In rialzo il petrolio dopo l’accordo sulla produzione in ambito OPEC: le quotazioni, dopo un po’ di volatilità, tornano a quota 46 Dollari.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO

Nell’ambito del reddito fisso, le ultime due settimane avevano portato ad un raffreddamento nell’ambito dei tassi negli Stati Uniti. L’avvicinamento, infatti, ad area 1% per il decennale, si era infranta su questa soglia, di Linea Maginot che da ormai sei mesi blocca la recovery sui rendimenti governativi USA.

Il quadro positivo che ha aiutato l’equity americano, però, nell’ottava appena terminata ha dato supporto anche alla risalita degli yield che si sono rapidamente riavvicinati all’ostica resistenza. Il clima di ottimismo si traduce infatti in una risalita dei rendimenti sulla parte medio lunga della curva, visto che sulla parte breve la Fed non prevede alcun cambiamento per un lungo periodo di tempo. Troppo importante e necessario, infatti, prevedere il massimo grado di sostegno ai mercati tramite politiche a tassi zero per un tempo molto prolungato.

Resta il fatto che la lenta risalita dei rendimenti dai minimi di agosto continua abbastanza regolarmente e riflette, se pur con luci e ombre, le attese per un miglioramento delle condizioni economiche future (almeno di quelle dell’economia reale e non di quella finanziaria). La Fed, tramite il suo capo Powell, continua a ribadire in ogni discorso la posizione ferrea della Fed in tema di politica monetaria a sostegno dell’economia ma ha anche puntualizzato che la vera ripresa arriverà con il recupero della fiducia da parte dei consumatori. Janet Yellen, prossimo segretario al Tesoro, ha evidenziato che “in assenza di aiuti, ci sarà una maggiore devastazione nell’economia Usa”.

I movimenti al rialzo sulla curva americana si sono visti anche in Europa, sebbene la gran parte dei bond decennali dei vari paesi si trovi in territorio negativo o vicino allo zero (solo Italia e Grecia vantano infatti marginali rendimenti positivi). Il Bund tedesco non si muove comunque molto da area -0,50%/-0,60%, livello coerente con la politica attuale della BCE e lo stesso BTP italiano dopo una rapida puntata in area 0,70% ha poi ritracciato in velocità riportandosi vicino ai minimi appena sopra quota 0,60%. Nonostante, quindi, la situazione economica italiana non sia particolarmente florida, il paravento della BCE e le attese per il Recovery Fund sono sufficienti per vedere il ‘bicchiere’ mezzo pieno ed apprezzare, quindi, uno dei pochi yield positivi nei paesi sviluppati.

Il clima da risk on presente sui mercati nell’ultimo mese ha avuto inoltre un’altra destinazione ben precisa, i paesi emergenti e il segmento corporate high yield, asset class a maggiore remunerazione che hanno tratto beneficio dalle ipotesi di maggiore stabilità finanziaria per il 2021. In particolare, l’area emergente registra variazioni positivi tanto per il segmento Hard Currency, tanto per quello Local: il tono positivo si ricollega anche alla debolezza del Dollaro USA delle ultime settimane.

MERCATO VALUTARIO

Nei mercati forex ancora l’Euro protagonista con il rafforzamento verso il Dollaro USA: la rottura del livello tecnico in area 1,20 ha dato il via ad un movimento rialzista di breve, con il raggiungimento di quota 1,216 che non si registrava da aprile 2018. In difficoltà però anche altre valute ‘safe’ come lo Yen giapponese mentre tra le emergenti si sono rafforzate quelle legate al petrolio (Rublo russo, Real brasiliano).

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