Polizia sgomina banda specializzata assalti a distributori carburanti

PORDENONE – Dalle prime ore dell’alba è in corso un’operazione di polizia transnazionale, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Pordenone, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo (S.C.O.) della Polizia di Stato e del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia (S.C.I.P.), relativa all’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere con emissione di “mandato arresto europeo”, richieste dalla Procura della Repubblica ed emesse dal G.I.P. del Tribunale di Pordenone, a carico di 4 persone di origine rumena, componenti di una banda transnazionale specializzata negli assalti con ruspe in danno di aree di servizio del Nord Italia.

Il gruppo criminale, tra i mesi di gennaio ed aprile del corrente anno, ha messo a segno numerosi colpi in diverse province del Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, nelle ore serali e notturne, commettendo reati predatori in danno degli impianti di distribuzione carburanti, con l’utilizzo di grosse ruspe, per mezzo delle quali sradicavano le colonnine di erogazione self-service asportandole con il denaro contante all’interno.

Accertati profitti per decine di migliaia di euro e, nel contempo, ingenti danni ai titolari dei distributori di carburanti costretti, altresì, a dover bloccare l’attività lavorativa per diverso tempo, sino al completo ripristino degli impianti di erogazione.

Il gruppo criminale aveva adottato un modus operandi di tipo transfrontaliero, giungendo in Italia prevalentemente nei fine settimana dove poi, una volta individuati gli obiettivi da colpire, rubavano autovetture tipo “pick-up” e ruspe da aree cantierizzate o da depositi di noleggio delle macchine operatrici.

Gli arresti, disposti dal G.I.P. del Tribunale di Pordenone, hanno interessato 4 cittadini romeni e sono in corso di esecuzione dalla primissima mattinata, due in Romania ed uno a Trieste, mentre il quarto destinatario delle misure restrittive è deceduto nello scorso mese di marzo, allorquando, nottetempo, in provincia di Gorizia, dopo aver rubato un’auto, intercettato da pattuglie delle Forze dell’Ordine, per sottrarsi alla cattura, si tuffava nel fiume Isonzo, con il corpo che veniva successivamente rinvenuto, nel medesimo corso d’acqua, lo scorso 26 aprile in località Peteano (GO).

L’indagine della Squadra Mobile della Questura di Pordenone ha avuto inizio la notte del 17 febbraio 2021, quando a Porcia (PN), mediante una ruspa di grosse dimensioni, si verificava il tentativo di furto, mediante sradicamento, ai danni delle colonnine OPT – Outdoor Payment Terminal, del distributore di carburante self-service della Conad.

In quell’occasione, il furto veniva sventato da una pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Squadra Volanti della Questura di Pordenone, che sorprendeva la banda di criminali all’opera, mettendoli in fuga.

Gli investigatori, quindi, ricollegavano tra di loro tutta una serie di furti di auto commessi il mattino precedente, in particolare le autovetture sottratte venivano utilizzate per commettere il colpo, fra cui anche un pick-up, individuando il nominativo di un cittadino rumeno 28enne, già gravato da precedenti specifici.

Due giorni dopo, in data 19 febbraio 2021, veniva perpetrato, con le medesime modalità, il furto aggravato ad Azzano Decimo (PN) ai danni dell’impianto di distribuzione carburanti Conad.

Il quadro investigativo, quindi, evidenziava come gli assalti venissero commessi in serie, con schemi e modalità ben consolidati e collaudati.

Il gruppo agiva con determinazione e capacità criminali, tanto da reagire con freddezza, secondo schemi di comportamento ripetuti, anche in caso di imprevisti o di intervento delle Forze dell’Ordine, non esitando a mettere in pericolo l’incolumità di chiunque si trovassero davanti: ricorrente l’utilizzo di estintori spruzzati e poi lanciati contro le pattuglie delle Forze dell’Ordine durante gli inseguimenti o l’uso degli stessi estintori contro ignare persone che si fossero trovate nelle aree di servizio durante l’assalto.

Si delineava, quindi, anche il “modus operandi” della banda criminale, risultata essere transfrontaliera, in quanto uno dei quattro indagati, con le mansioni di autista del gruppo, accompagnava gli altri tre in Italia attraverso il confine con la Slovenia, ritornando, quindi, oltrefrontiera da dove, dopo qualche giorno, terminati i raid, si recava a riprendere i tre complici.

E ancora, sempre durante l’attività investigativa, gli stessi si rendevano responsabili di altri assalti nella provincia di Pordenone, ovverosia quello dell’8 marzo ai danni dell’impianto di distribuzione carburanti Q8 di San Vito al Tagliamento (PN), nel corso del quale venivano sradicate e portate via le colonnine di pagamento, che fruttava un bottino di euro 22.465 in contanti e danni materiali per il titolare del distributore di benzina quantificato in ulteriori euro 23.000.




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