San Giuliano, nuova immagine benedetta a San Marco il 18 gennaio

PORDENONE – Anche quest’anno, a gennaio viene ricordato San Giuliano l’ospitaliere, a cui era dedicata una antica chiesa campestre posta fuori le mura cittadine, scomparsa alla fine del settecento, probabilmente a causa degli eventi atmosferici e politici di fine secolo.

Si trovava all’interno di Borgocampagna (Borgomeduna) in quello che era chiamato il “Borgo di Sotto o Borgo Fornaci” sulla scorciatoia che dai guadi di Cordenons conduceva al porto fluviale di Pordenone, per dare assistenza a viandanti e pellegrini.

Venne affidata alla confraternita di San Nicolò dal 1616 fino allo scioglimento della stessa avvenuto verso il 1780; il successivo passaggio sotto la giurisdizione della chiesa di San Marco per altro in difficoltà economiche, non consentì di salvarla dal definitivo degrado anche a causa della impossibilità di far fronte alle prescrizioni dei vescovi che ne avevano dichiarato la sospensione dei riti.

La titolazione a San Giuliano rivela la peculiarità del Santo che da forte cavaliere e sanguinario cacciatore per diletto si ritirò sulla riva di un fiume per espiare l’uccisione involontaria dei genitori, dedicandosi al prossimo in difficoltà.

Secondo la famosa leggenda di Flaubert il delitto gli sarebbe stato predetto da un cervo parlante al quale, aveva sterminato il branco. Flaubert, che aveva preso ispirazione da una antica vetrata della cattedrale gotica di Rouen propone così al rispetto dovuto a tutti gli esseri viventi in quanto creature di Dio ribadito nel IV° Concilio Lateranense del 1215.

Sul sagrato della chiesa anche un giovanissimo Giovanni Antonio De Sacchis detto il Pordenone vi giocò a palla e forse, come sostengono i critici d’arte, vi dipinse un affresco raffigurante la Vergine con Bambino e i santi Rocco, Sebastiano e Francesco. Grazie alla scoperta dello studiolo del Pordenone da parte di Giancarlo Magri e alle foto del libro del figlio Alberto, possiamo oggi dire che il pittore ci ha lasciato la traccia della chiesa, raffigurata in posizione rialzata rispetto al Noncello, nella parte di affresco dove si trova la figura mitologica di Tantalo. Scomparsa la chiesa la devozione a San Giuliano rimase affidata ad un antico capitello posto proprio alla metà della omonima via, abbattuto a cavallo degli anni cinquanta del secolo scorso nella foga della ricostruzione post bellica.

Nel novembre dell’Anno Santo 1950, indetto da Pio XII per rievocare il ritorno del figliol prodigo e il perdono del Padre, la famiglia Ferruglio proprietaria della villa accostata alle case del Tinti, ricavò nella mura una nicchia nella quale pose un’immagine del santo. Don Giuseppe Romanin vicario di San Marco ricordava che vi accompagnava spesso i ragazzi del catechismo per una preghiera. Le ingiurie del tempo hanno irrimediabilmente rovinato il dipinto che ora verrà sostituito con uno nuovo grazie alla famiglia Pertegato.

La nuova immagine sarà benedetta in San Marco sabato 18 gennaio, alle ore 18, durante la S. Messa vespertina.




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