Terzo settore e istituzioni contro la “povertà educativa”

PORDENONE – Un grande progetto sociale rivolto ai bimbi 0-6 anni e alle loro famiglie per superare la cosiddetta «povertà educativa». Lo ha messo in campo a Pordenone e Cordenons una squadra formata da numerosi «giocatori»: comuni, scuole, associazioni e cooperative sociali, che oggi lo hanno presentato in Municipio durante una conferenza stampa.

Caleidos, questo il nome del progetto, copre tre anni (2019-2021) e ha l’obiettivo di aiutare «quelle famiglie – ha spiegato il coordinatore nazionale Massimiliano Ferrua – che non costituiscono ancora un caso sociale, ma si trovano in una “zona grigia”, a rischio emarginazione, poiché in situazione di deprivazione economica e sociale». Una condizione che può condurre appunto alla povertà educativa, cioè alla mancanza di opportunità di studio, ma anche culturali, di gioco, di sport e di socializzazione.

Da qui il caleidoscopio di attività in cui si articola il progetto, presentate da Samantha Marcon e Monica Soldera di Itaca che guida il progetto: in primis la rilevazione dei bisogni, già effettuata dagli operatori Itaca in nidi e scuole d’infanzia. Poi le azioni vere e proprie, tra cui: punti educativi nei quartieri per giocare e socializzare; laboratori e corsi per piccoli gruppi di genitori, dalla sana alimentazione all’uso consapevole delle tecnologie; educatori nei nidi e scuole d’infanzia per affiancare alunni, insegnanti, famiglie; incontri informativi e formativi per genitori; interventi ad hoc nelle singole famiglie, concordati con esse.

Va peraltro precisato che in Friuli Venezia Giulia la povertà educativa è fenomeno contenuto, specie in confronto con altre regioni. Ciò anche grazie anche alla tempestività, al gioco di squadra e alla qualità di progetti come Caleidos. Tanto che l’assessore alle politiche sociali Eligio Grizzo, che ha guidato la presentazione in Municipio, ha parlato di «un’ottima collaborazione che sta facendo funzionare gli interventi per il sociale».

«Caleidos – ha commentato la presidente di Itaca, Orietta Antonini – vanta circa 50 partner (il progetto coinvolge anche altre regioni, ndr). Fare insieme le cose è il modo migliore per far funzionare questi progetti sociali e dare risposte valide ai destinatari».

L’iniziativa – ha specificato dal canto suo la dirigente dei servizi sociali comunali, Miralda Lisetto – coinvolge bambini piccoli, coppie giovani e famiglie che si trovano in difficoltà anche solo momentanea, legata a un periodo particolare della propria vita. Stiamo dando risposte dagli standard elevati, da nord Europa».

Anche il sindaco Alessandro Ciriani ha sottolineato l’esigenza di una risposta collettiva e coordinata, fondata sul “welfare di comunità”: «Non possiamo più pensare che la soluzione di questi problemi venga delegata, come succedeva una volta, solo alla scuola, o solo al terzo settore o al pubblico. Dobbiamo fare prevenzione e terapia tutti assieme e in questo senso Caleidos si inserisce perfettamente nelle azioni sociali del Comune».

Della partita anche l’azienda sanitaria che, ha specificato il direttore dei servizi sociosanitari, Roberto Orlich, «crede in questo progetto e in esso mette un staff di professionisti di alto livello».

Co-finanziato dall’impresa sociale «Con I Bambini», a Caleidos collaborano – oltre ai comuni di Pordenone e Cordenons e l’azienda sanitaria n.5 Friuli Occidentale – gli istituti comprensivi Pordenone sud, Torre, Rorai Cappuccini, Centro, cooperative Melarancia e Abitamondo, associazione Genitori Melarancia, Fondazione Well Fare.




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