Tribunale fallimentare, provincia compatta contro spostamento

PORDENONE – Un documento a firma delle categorie economiche e degli ordini professionali a sostegno della permanenza del Tribunale fallimentare a Pordenone sarà presto elaborato per incidere nel passaggio applicativo (i decreti attuativi) del disegno di legge di riordino del sistema.

Lo ha deciso il gruppo di lavoro formatosi ieri mattina, 10 ottobre, in Unindustria nella riunione convocata dal Presidente, Michelangelo Agrusti che ha spiegato che nel testo sarà «rappresentato il disagio che una dinamica di spostamento come questa potrebbe arrecare ai cittadini, alle imprese e al mondo delle professioni, quest’ultimo alle prese – ha più volte precisato – con una crisi di proporzioni significative».

Una riforma in approvazione oggi al Senato che riguarda un’ottantina di Tribunali del Paese sulle cui logiche di razionalizzazione pesano parametri che non coincidono con le esigenze e la portata dei territori, almeno alcuni, che vi ricadono. «Il dato demografico – ha aggiunto ancora Agrusti – non è dirimente, l’istituto dei tagli lineari non consente di leggere tra le righe delle complessità territoriali come la nostra. Che si possa incidere sul processo di riforma – ha detto ancora Agrusti, che venerdì rappresenterà la situazione al Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a San Vito per una visita alla Lean Experience Factory – lo dimostrano gli epiloghi delle vicende Prefettura e Questura».

Le istanze del territorio compendiate nel documento fungeranno da leva operativa nelle mani della politica – il Vice Presidente della Regione, Sergio Bolzonello e il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, entrambi presenti all’incontro – che si faranno interpreti nelle sedi opportune a Roma. Durante l’incontro – presenti anche il DG di Unindustria, Paolo Candotti (che coordinerà il gruppo di lavoro sul versante categorie produttive), il Presidente dell’Ordine degli Avvocati, Rosanna Rovere, l’omologo in Consiglio Notarile, Francesco Simoncini, Giovanna Santin per Ascom Confcommercio Pordenone i Presidenti Luigi Piccoli di Confcooperative Unione Provinciale Cooperative Friulane e Cesare Bertoia della Federazione Provinciale Coldiretti Pordenone), Michela Colin (Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Pordenone) e Monica Cairoli (Comitato Unitario Permanente degli Ordini Professionali di Pordenone) – è stata sottolineata più volte la necessità di evidenziare la reale convenienza di una simile riforma – che parrebbe portare ben pochi benefici al territorio a fronte, al contrario, di disagi all’utenza – che, tra l’altro, appare ai più come il primo, pericoloso passo verso un possibile smantellamento dell’intero palazzo di giustizia pordenonese.

Le parti hanno in questo senso concordemente convenuto che l’imminente arrivo del Presidente del Tribunale sarà estremamente utile per un approfondimento anche su questo versante.

Per il vice Presidente della Regione «i parametri per la chiusura dei tribunali fallimentari vanno ritarati sulla base della presenza effettiva di imprese in un territorio.

Per essere incisivi a livello nazionale va però avviato un ragionamento allargato a tutto il Friuli Venezia Giulia, che coinvolga anche le altre istituzioni, le associazioni di categoria e gli ordini professionali. In prima battuta – ha spiegato Bolzonello – la legge così come è stata concepita porterebbe sia alla perdita di un presidio di legalità sia ad una riduzione dei servizi a favore dei cittadini e delle imprese che operano nel pordenonese».

Secondo Ciriani «le riforme create in laboratorio non tengono conto delle variabili territoriali e – ha sottolineato – temo che questa sia la prima bomba di una guerra, c’è una spogliazione progressiva dove pare che anche le sorti stesse del Tribunale siano messe in discussione. Mi riferirò all’Anci nazionale – ha concluso il primo cittadino – alla quale rappresenterò la questione nello spirito che abbiamo concordato oggi».




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