Coronavirus, da cittadini sanvitesi una strenua difesa dell’hospice

SAN VITO AL TAGLIAMENTO – Sull’ipotesi, di cui si sta discutendo in questi giorni, di trasformare l’hospice di San Vito al Tagliamento in un reparto per il trattamento dei pazienti positivi al Covid-19, riceviamo un intervento di Federica Brazzafolli, portavoce di un gruppo di cittadini del territorio sanvitese. “Si tratta di cittadini – si legge nella lettera indirizzata al presidente della Regione Fvg – (coloro che hanno sottoscritto la petizione sulla piattaforma www.change.org sono 721 in 24 ore) che hanno provato e vissuto sulle proprie spalle delle esperienze molto importanti presso l’Hospice di San Vito al Tagliamento. La struttura di San Vito è una delle eccellenze regionali che accompagna i pazienti affetti da avanzata e terminale diagnosi oncologica. È una struttura che non solo si prende in carico il paziente “senza ritorno” ma tutta la famiglia del paziente. Un accompagnamento consapevole e possibilmente senza dolore per chi non ha speranza di cura, ma anche un percorso per i familiari per affrontare il difficile momento”.

“Non solo cure palliative per ridurre o eliminare il dolore – continua la lettera – ma anche percorsi psichici e spirituali per curare la persona nel suo insieme. Lo staff medico, infermieristico, i volontari cercano perciò non solo di prendersi cura dei gravi problemi sanitari ma anche di quelli sociali, psicologici, spirituali che impattano non solo sul paziente ma anche di tutta la famiglia. Un percorso di elaborazione per affrontare il difficile percorso e consapevolmente prepararsi al lutto. Un percorso veramente difficile che tante persone hanno affrontato con il supporto e l’aiuto di queste splendide e competenti persone che li vi operano ai diversi livelli. Degli angeli scesi in terra che supportano e aiutano chi questa esperienza la deve vivere non per scelta ma per necessità e sfortuna”.

“La mission dell’Hospice per tutti noi è chiara anzi chiarissima: dare una qualità di vita e assicurare il rispetto della dignità delle persone malate e delle loro famiglie. Parte di questo fondamentale servizio si basa sull’ascolto e sulla comunicazione del malato e della sua famiglia. Tutto lo staff infatti è teso non solo a risolvere gli aspetti sanitari e di malattia “classica” ma a cercare di fornire sostegno a tutto il gruppo al fine di affrontare, per quanto possibile, il periodo con equilibrio e serenità. Una mission che tutti noi riteniamo importantissima e fondamentale per la comunità sanvitese e non solo”.

“Specifiche competenze – si legge nella missiva – che, con il trasferimento della struttura, i pazienti malati terminali non potranno usufruire. Pazienti parcheggiati (scusate la ruvidezza dei concetti), lontani dai famigliari, in attesa, si spera velocemente e senza dolore di passare all’altro mondo. Dissentiamo dalla scelta fatta dagli amministratori regionali, crediamo ci voglia rispetto e dignità per i pazienti che necessitino di cure e altrettanto rispetto e dignità per chi questa fortuna non la ha e di fronte a sé ha solo una prospettiva “di non ritorno”. Tutti noi prima o poi dovremmo affrontare la morte. Noi e alcuni di noi vorremmo poter scegliere di farlo in una struttura con personale e volontari preparati e competenti che ti accompagnino consapevolmente con equilibrio, dignità e serenità. In una struttura d’eccellenza regionale che invece evidentemente, per chi ha deciso, è stata ritenuta superflua. Non è così per tutti noi”.

“Vorrei infine chiarire che questa nostra strenua difesa dell’Hospice, non debba essere strumentalizzata da alcuno, è una difesa dei cittadini comuni (i c.d. cittadini/clienti/pazienti) e non una “guerra tra poveri” ovvero tra i malati terminali oncologici e coloro che sono malati di coronavirus. La salute è un diritto egualitario per TUTTI!
Siamo peraltro convinti che i 10 posti letto dedicati ai malati terminali oncologici siano il niente per combattere la pandemia mentre sono il tutto per circa 50 persone. E utilizzare purtroppo la struttura dell’Hospice per questa pandemia non darà il respiro necessario per poter garantire gli ammalati di coronavirus. Forse era meglio spostare gli ammalati di coronavirus in via di guarigione in altra struttura e lasciare i malati terminali li nel luogo da loro scelto”.

“Tutti noi speriamo – conclude la lettera – che questa emergenza sanitaria finisca presto perché se fosse così vorrebbe dire che tutti noi potremmo riprendere la vita comune (cosa che ci auguriamo tutti). Ciò che ci aspettiamo comunque, come cittadini della Regione Fvg, senza alcuna proroga e che la sanità regionale non necessita della sola analisi del dato (ricorrendo il bisogno d’emergenza), per garantire la salute di tutti, ma di programmazione e pianificazione. Un piano regionale delle emergenze, analogo a quello che i Comuni fanno per neve, per frane, per allagamenti ed alluvioni, per rischi idrogelogici, geologici, terremoti, ecc, che oggi evidentemente non esiste e che risulta in modo esplicito delle scelte fatte. Azioni, scelte, decisioni che riguardano sanità e protezione civile che dovrebbero, come in questo caso, tenere conto di un quadro generale aggiornato senza dover provocare danni che chi decide nemmeno immagina.
Chiediamo a gran voce che l’Hospice possa riprendere con urgenza a svolgere il suo servizio nella struttura di via Scrosoppi”.

I cittadini del territorio sanvitese




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