Cro, direzione “decapitata”. E’ il terzo cambio in pochi mesi

AVIANO – Non è un gran momento per il Centro di riferimento oncologico di Aviano. L’importante struttura ospedaliera rischia, infatti, rischia di restare senza guida in una fase estremamente delicata e molto rilevante per il suo futuro.

E’, infatti, imminente la gara per i lavori di realizzazione della proton-terapia e la Regione, nei prossimi mesi, delineerà la rete oncologica regionale, dando risposte all’eterna diatriba tra l’ospedale avianese e quello di Udine.

In una fase, quindi, così importante il vertice potrebbe venire decapitato, dopo avere subito diversi cambi in poco tempo.

Con il direttore generale (era stato nominato dalla Regione all’inizio di quest’anno) Adriano Marcolongo ormai dato in partenza per l’Urbe (dovrebbe guidare l’Azienda ospedaliera universitaria Sant’Andrea di Roma) il vertice dell’istituto è in procinto di divenire vacante.

Con ogni probabilità, la Regione procederà con il commissariamento indicando un manager fino alla fine del 2019, quando cioè saranno nominati tutti i vertici delle Aziende sanitarie regionali.

Il fatto è che, per il Cro, si tratta del terzo cambio in pochi mesi. Nell’autunno 2018, quando finì il periodo di Mario Tubertini, la Regione mandò l’udinese Giuseppe Tonutti come commissario.

Pochi mesi dopo, la nomina a inizio 2019 di Adriano Marcolongo. Ora si apre la strada a un nuovo possibile commissario.

E non è del tutto esclusa una soluzione ad interim: a fungere da direttore generale, in una sorta di traghettamento, potrebbe essere l’attuale direttore amministrativo del centro avianese, Cristina Zavagno.

Inoltre, anche la direzione scientifica è ancora da confermare: da oltre un anno e mezzo il ruolo è ricoperto dalla facente funzione Silvia Franceschi.

La nomina è ministeriale, dopo aver sentito la Regione. Proprio, però, da Trieste sembra abbiano bloccato l’iter che era stato proposto a Roma.

Insomma, una situazione preoccupante, sulla quale è intervenuto il consigliere regionale Pd Nicola Conficoni, che rileva come, “dopo l’Aas5 c’è il rischio che anche il Cro sia costretto a cambiare guida tre volte nel giro di pochi mesi. Non è certo questo il modo per tutelare un’eccellenza sanitaria che rischia di essere depotenziata”.




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